
Ho trovato questa ricetta in un libello di “ricette di guerra“, di quelli diffusi durante la Grande Guerra, contenente ricette atte a sfamare più gente possibile con il massimo dell’economia.
Da molti anni noi in Italia non conosciamo più la guerra, la fame vera, la miseria. Non è però detto che l’abbondanza continui e che non tornino quei tempi di “magra” così che anche voi possiate apprezzare tale pietanza con rigore filologico.
Due sono le considerazioni “serie” su questo gioiello di cucina povera: la prima è che può davvero sfamare un reggimento con meno di un euro di spesa (anche grazie alla sua virtù di poter essere allungata pressoché all’infinito); la seconda è che – sorprendentemente – è davvero squisita.
INGREDIENTI: (da 1 a n+1 persone)
• Farina 100 gr.
• Tre cucchiai di olio
• Tre patate
• Sale qb
ESECUZIONE:
Dopo esservi procurati, in qualsiasi modo, gli ingredienti, trovate un anfratto al riparo dai bombardamenti e procedete come segue.
Mettete la farina nella pentola, o nell’elmetto, e accendete un fuoco piuttosto basso per non rivelare la vostra posizione.
Mettete in padella l’olio (che per noi contemporanei dovrebbe essere extravergine di oliva, ma per questa versione storica diamo per scontato solo che non sia olio da motori) e mescolate fino ad ottenere una crema della densità di una trincea sotto il diluvio e continuate a mescolare finché non raggiunge un bel colore di autocarro incendiato.
Aggiungete quindi l’acqua, o aspettate che piova, fino ad ottenere una cremosità… “media”. qui l’occhio del soldato italiano non può e non deve sbagliare.
Pelate le patate, tagliatele a dadini e tuffatele nella zuppa. Il vero soldato si mangia anche le bucce.
Quando le patate saranno morbide la zuppa sarà pronta, attenzione solo a non rivelare la vostra posizione al cecchino nemico con i vapori della preparazione.
Ottimo e abbondante!
Variante “Verdure di stagione” – INGREDIENTI AGGIUNTIVI:
• Qualsiasi verdura riusciate a trovare nella stagione in cui siete
Aggiungete le verdure (possibilmente lavate, ma non serve, tanto occorre bollirle) tagliate a pezzi piccoli (si cuociono prima) mettendo prima quelle più dure (come carote, rape, …) per finire con quelle più tenere (piselli, cavolfiori,…) facendo bollire la preparazione finchè le verdure non siano ben cotte e sfatte come le macerie di una casa bombardata. Servire condito con quello che c’è (olio o burro o strutto o qualsiasi grasso animale commestibile). Se c’è del pane: meglio ancora!