
Ho percorso altre volte questa lunga e stretta strada ed alcuni di questi posti iniziano ad essermi familiari, però ci vuole ben altro per capire le pietre che mi circondano.
Questa è la strada del dolore e della sofferenza, la via che conduce al Golgota, monte del sacrificio più alto ed estremo, via che tanti salirono e troppo pochi discesero, insaziabile inghiottitoio carsico di giovani vite.
Altrove la natura, come una gomma pietosa, ha cancellato i segni della guerra e si è ripresa con gli interessi quello che le era stato tolto. Non qui.
La montagna con il volto fiero di una vecchia signora mostra orgogliosamente le sue innumerevoli e profonde rughe.
Qui tutto è pietra ed è per queste pietre che si è combattuto e lasciata la vita e noi, fortunati uomini di pace, oggi non riusciamo a comprenderne il senso.
Ma non spetta a noi giudicare, non siamo qui per questo, siamo qui per le semplici parole scritte sulla colonna mozza : “ Per non dimenticare”.
Venti giorni sull’Ortigara, venti giorni di sangue, sofferenza e tante scarpe al sole. Siamo qui per tutti loro… non ci sono colori di divise, religione, coraggio o paura a dividerli, siamo qui perché la loro piccola e breve storia di uomini trovi un senso nel ricordo e non sia dispersa dal mutevole vento del tempo.
Camminiamo in silenzio, ascoltando questi pensieri, il cielo si è rannuvolato e iniziano a scendere le prime gocce di una pioggia sottile, il fischio di due marmotte ci saluta.
Ritorneremo