
Parlava così, quel prete barbuto, con la sua grossa voce
pacata, l’uomo dalla purpurea croce
stampata larga sul petto, qui sul lato
sinistro, dove sotto il grigioverde affaticato
batteva forte il suo puro cuore di crociato;
parlava, il prete, diritto e grande sui gradini
di neve, dall’altare di neve, lassù ai confini
della Patria, agli alpini, proprio accosto alla trincera
— immensità ! neve : vette : neve : cielo : neve : non c’era
altro — parlava semplice tra la densa barba nera ;
diceva : « Qualcuno di voi, quelli che tornano
di laggiù li han veduti : ma tutti certo li conoscono :
li avete visti stampati i grattacieli americani,
quei palazzi mostruosi, torri di -venti trenta piani,
che, con le case di qui, sono come 5 giganti coi nani.
« Quei palazzi sono armati,, dentro, da una grande ossatura
di ferro : un gabbione di ferro che tiene la muratura.
E ci sono operai specialisti per quel primo lavoro
del ferro : non facile : pericoloso. E molti, i più tra loro,
sono nostri, italiani : gente che ha le mani d’oro.
« Un giorno, uno di questi, molto bravo del mestiere,
condusse il figlio, un bimbo di quattr’anni, al cantiere.
Prese i ferri: e poi, che fa? si piglia su il piccoletto,
se lo lega coi ferri alla cintola bene stretto,
e su, per le armature, a lavorare sull’orlo del tetto.
« Tutti fuori, appesi a una fune, dondolanti sulla voragine,
padre e figlio. E la gente, laggiù, non si dava pace,
ferma sui marciapiedi a guardare: — Che matto ! — Che cuore ! —
E la polizia che fa? — È suo figlio! — Ah sì? bell’amore
di padre ! — Povera creatura ! Sarà già morto dal terrore ! —
« L’uomo badava al lavoro suo. E quando poi fu l’ora
di scendere, scese : tranquillo. E tutta la gente, allora,
tutti addosso al bambino : — Uh guarda che cera che ha !
— Di’ : hai avuto paura? molto, è vero ? — Di’ : vieni qua…
— Ma il bimbo, sorpreso, fece: — Paura? io? no! c’era papà— »
Silenzio. Lo guardavano senza un respiro gli alpini.
« Ebbene, vedete. Anche noi siamo come bambini,
piccoli, piccoli, deboli, in faccia all’incerta sorte,
sospesi, anche noi, sempre, ad ogni attimo, sulla morte.
Oh ma anche per noi c’è II Padre nostro che è forte !
« Lui ci vuole qui a combattere : Lui, il Padre onnipotente
e giusto. Siamo con Lui ! siamo degni! e non temiamo di niente!
come quel bimbo, fratelli ! E allora, ditemi, quale minaccia,
quale nemico, quale pericolo volete più che ci faccia
paura, se noi stiamo, sempre, tra le sue braccia? »
Si voltò all’altare, e « Credo in Deum Patrem » pregò:
e il giro delle piante l’errate sul gelo crocchiò.
Un giorno, poi, quel prete fu portato a un ospedaletto
da campo, grave, molto : una pallottola nel petto.
Ma tranquillo. Perché egli era un confidente bambino
tra le braccia del Padre. S’è battuto bene: da alpino:
con la sua bella croce sanguigna sul cuore: in Trentino.
GIUSEPPE ZUCCA
(1887-1959)