
Quando salii al Passo della Sentinella per la prima volta avevo 19 anni; quel posto mi entrò nelle vene. Da allora ci sono ritornato a piedi e con gli sci, col sole e con la nebbia, di giorno e di notte. Oggi, 17 aprile 2016, mi sono recato “in pellegrinaggio” a 100 anni dall’epopea del Capitano Sala e dei Mascabroni. Al contrario di allora (-30°C), oggi eravamo abbondantemente sopra lo zero, la tanta neve che ancora ricopre il Vallon Popera era completamente colorata di rosso dalle piogge che trasportano la sabbia del deserto e “l’aria tersissima” del racconto di Sala era sostituita da quella nebbia che solo il Popera sa offrire. La visibilità, infatti, era inferiore ai 10m in tutta la parte alta del persorso: era la nebbia che i Mascabroni avevano così tante volte sfruttato per gli approvvigionamenti delle molte postazioni di Cima Undici, per stendere le linee telefoniche e per fare tutto quello che serviva senza esser scorti dal nemico. Li ho visti tutti: erano intenti alle loro attività, silenziosi, agili, veloci come sempre …