
Anche se dal primo giorno si sia fatta nell’intimo l’offerta completa della giovinezza, di questa giovinezza che ogni tanto ha gl’impeti suoi, d’attaccamento, di fede alla vita !
Non è pensiero d’oggi, ossia coraggio della sesta giornata, questa donazione risoluta che io sentii d’aver fatta, un giorno, per la difesa della Patria.
Ho qui, col loro calore e il loro sapore intatto, le lettere che allora scrissi nel Trentino.
Una: “ai miei cari genitori Alberto e Cesira Taccola – Uliveto (Pisa)(Toscana) – da consegnare dopo la mia morte – 4/9/915”.
L’altra: “ai miei genitori – da essere consegnata insieme all’altra lettera dopo la mia morte – Quella lettera, miei cari genitori, la consegnerete a Nella – 4/9/915”. Dentro dicevo:
“Scritto sul Monte Toraro, il 4 settembre 1915.
Ai miei genitori,
Queste che scrivo sono le mie ultime volontà e sarò contento se potrete eseguirle.
La corrispondenza che trovasi nel mio cassetto, quella che lasciai a Genova nella cassetta e quella che vi perverrà (riguardante Nella) la consegnerete tutta a Nella stessa. Per i doni ricevuti da Lei e per la sua fotografia farete ciò che più aggrada a Voi e a Lei.
Della corrispondenza, fotografie, e doni miei che essa ha, non domandatene la restituzione; deve Lei, Nella, seguire intera la propria volontà, e se vuol tenere tutto questo, a ricordo del nostro amore, lasciate pure tutto a Lei, sicuro che saprà averne la dovuta cura.
Con questo lasciare a Nella ampia libertà di tenere tutti quanti i miei ricordi, le lascio (come sempre ho detto anche a lei e scritto) libertà assoluta di trovare uno che possa confortarla e se veramente la ama farla sua, e qualunque sia la scelta fatta avrà da me benedizioni.
Affinché questo periodo non vi sembri un po’ oscuro, debbo dirvi che Nella dissemi ripetutamente che morto io non si sarebbe consolata con un nuovo amore; ma io pure ammirando il suo affetto immenso mai potrei permettere tale sacrificio; quindi vi ripeto è da me sciolta dalla sua promessa e ad ogni ora e in ogni luogo che trovi l’essere che le piaccia, lo ami, come seppe amare me, e lo renda felice. Completa ed eterna felicità le augura il mio cuore e pregherò per lei.
Ed ora a Noi miei cari. Sempre vi ho amato, e se qualche volta vi ho dato qualche dispiacere (sia pur lieve) pensate che sempre vi ho amato, come il vostro immenso amore per me meritava.
Pregherò eternamente per Voi affinché la vita vi riserbi delle gioie e possiate dimenticarmi.
Vi sia di conforto sapere che sono morto compiendo un mio sacro Dovere, e senza che il vostro figlio sia stato un imbelle soldato.
Fate di essere orgogliosi nel sopportare questo dolore e pensate che avete ancora un figlio ed una figlia ai quali dovete dedicare tutto il vostro affetto, pensate ad essere forti per essi e sopportare tutto per l’amore che avete per loro e per me. Insegnate loro a compiere sempre integro il Dovere, qualunque sia il sacrificio, educateli come avete educato me, ed avrete dei figli degni di Voi.
Che nella nostra famiglia regni eterna la Pace, questo ve lo impongo, pensate a dar sempre esempio di pace e d’amore ai vostri figli.
Se non avrete la consolazione di poter avere il mio corpo nel nostro Camposanto, non state male, non affliggetevi, pensate che dormirò il sonno eterno, qua su queste vette alpine, sentinella avanzata della nostra cara Italia, in mezzo ai cari compagni caduti.
Beneditemi, pregate per l’anima mia, ed io sempre penserò a Voi miei adorati genitori.
Siate forti e coraggiosi quando apprenderete che il vostro figlio non è più, e non lasciatevi trasportar dall’ira, non maledite, sopportate e pensate che non siete soli a soffrire, che molte famiglie resteranno peggio di voi.
Accettate, miei cari, dal profondo del cuore mio tutto l’affetto immenso che ho sempre nutrito e che nutro per voi.
Baci infiniti dal vostro figlio Menaldo.
P.S. Se non vi vengono consegnati i denari che ho indosso è perché ho dato ordine di distribuirli fra i più bisognosi della mia Batteria. Metto due fiorellini ricoperti di baci e che saranno l’ultimo mio ricordo per Voi. A Delfo, che divenga un giovane onorato e si ricordi in eterno dei suoi genitori. Alla bimba un bacione e così a Delfo.”.
E l’altra diceva:
Al mio caro amore;
“Scritto sul Monte Toraro il 4 settembre 1915.
Queste righe ti perverranno se il destino avrà voluto troncare il nostro Amore, per cui accetta tutto ciò che ti dirò come cose dettate dal cuore mio che tanto ti ama.
…………..
Cerca dunque di sopportare questo dolore, vivi serbando e dando ogni tanto un pensiero, una preghiera per colui che tanto ti amò.
Se il destino avrà voluto dividerci pazienza, a te sia di conforto il sapermi morto onorato e che te sola amai come veramente si ama.
In me resterà imperituro il ricordo di tutto il tuo amore,
Menaldo”.