
Cari lettori,
dopo il diario di Menaldo Taccola già pubblicato nel nostro sito, l’amico Marco Anelli di Conegliano mi ha passato il breve diario di guerra che segue. Esso proviene da un fitto scambio epistolare fra Francesco Anelli (classe 1898), padre di Marco e Giuseppe Milani (classe 1895). Lascio a voi scoprire tutto di questi due combattenti, a cominciare dal caso del destino che li ha fatti incontrare soltanto negli anni ’70! Per questo motivo inizio pubblicando quanto mi ha scritto Marco. Buona lettura, e buon salto nel passato.
Fu la “mano invisibile” di INDRO MONTANELLI a creare il contatto fra il bombardiere della 54ma (Milani) e quello della 46ma (Anelli) nell’agosto del 1976, a cui si deve la ‘riemersione’ del diario Milani.
Scrive il Milani il 7 agosto 1976 da Gignese (No):
Egr.dr. Indro Montanelli / direttore de “Il giornale nuovo” / MILANO / piazza Cavour 2
Signor direttore, lettore fedele da sempre, leggo sul numero di ieri 6 agosto ne “la parola ai lettori” a proposito di LETTURA DI STORIA una segnalazione fatta dal signor Francesco Anelli di Venezia circa l’esistenza di un opuscolo con due brevi diari sula ritirata di Caporetto, degli uomini di una batteria di bombarde, da Gorizia a Santa Lucia del Piave.
Ignorando l’indirizzo del signor Anelli ed essendo molto interessato ad avere l’opuscolo citato, sono a pregare la sua cortesia di voler inviare al signor Anelli – pensando che il Suo giornale avrà l’indirizzo completo – l’allegata lettera che mi permetto già affrancare chiedendo venia del disturbo che Le reco. Ella farà un grande piacere ad un vecchio combattente della guerra 15/18 che proprio nel reparto bombardieri aveva servito la Patria.
Ancora grazie e vivissimi saluti.
F.to Giuseppe Milani
L’allegata lettera (che all’evidenza fu, da Montanelli, inoltrata):
Gignese 8.8.1976
Egr. Signor Francesco Anelli / VENEZIA
Tramite la cortesia del “giornale nuovo”, spero Le giunga la presente con la quale Le chiedo se può inviarmi una copia dell’opuscolo con due brevi diari della ritirata dopo Caporetto, degli uomini di una batteria di bombarde, da Gorizia a S. Lucia del Piave.
Sono un combattente della guerra 15/18 e ho servito la Patria proprio nelle batterie reparti bombardieri e sempre mi sono lamentato come nessuno ricorda questo benemerito reparto; mi ha fatto piacere che Lei è in grado di offrire un opuscolo nel quale si parla di una batteria di bombarde.
So che Le reco un disturbo, ma sono sicuro che vorrà accontentare un vecchio Combattente; La prego volermi indicare il costo dell’opuscolo che subito provvederò.
Con vivissimi saluti.
F.to Giuseppe Milani
L’opuscolo di cui si parla, edito dall’ Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Comitato di Venezia, era un estratto dagli Atti del Convegno Regionale Veneto sulla 1.a Guerra Mondiale tenutosi a Venezia il 5 maggio 1968, nel Cinquantesimo Anniversario della Guerra, convegno nel cui ambito mio padre, relatore, aveva dato testimonianza vissuta, da giovanissimo graduato ma già allora incline allo scritto, della ritirata dal fronte di Gorizia 27-31 ott.1917 da parte della sua batteria di bombarde, accompagnandola a parallelo resoconto di cui gli aveva fatto grazia l’ Ufficiale comandante interinale del reparto, tenente Menaldo Taccola.
Il 14 settembre 1976, Milani scrive a mio padre:
egr.signor Francesco Anelli / via G.Zulian 8 / VENEZIA Lido
Gentile signore, grazie per il cortese invio dell’opuscolo sul “46° batteria di bombarde”, che ho letto tutto di un fiato anche se la mia batteria, la 54°, che faceva parte del 105 gruppo, bombardieri-fucilieri, ha operato sul basso Piave da San Donà a Cavazuccherina a mare.
Fa piacere leggere che ci sono ancora persone che “sentono” i fatti d’Arme del 15/18 con passione e che tengono vivo il sentimento di amor di Patria.
Ancora grazie e vivissimi saluti.
F.to Giuseppe Milani
E’ così ricostruito l’esordio di un rapporto epistolare con scambio di memorie sui fatti d’arme ed immediata sintonia come si evince da queste righe di pochi giorni dopo (1 ottobre 1976):
Al gentile Commilitone
della 54.a batteria
uno della 46.a che cin-
quant’anni dopo l’epopea
conobbe Bosisio, poeta, (*)
amico. Ricordando i morti,
volendone esser degni,
sapendoci morituri.
Cordialmente.
Francesco Anelli
Venezia, 1 ottobre 1976
(*) la citazione di Achille Bosisio ha ragion d’essere in quanto autore di un Inno per i “Bombardieri del Re” (musica di Giarda), onorato nel Convegno veneziano, a cui il poeta presenziò.
Marco Anelli